ORDINE SECOLARE DEI CARMELITANI
SCALZI – PROVINCIA ROMANA
ESERCIZI SPIRITUALI OCDS –
CAPRAROLA 2 – 6 LUGLIO 2013
“IL CREDO APOSTOLICO”
Di: Maria Teresa Cristofori
Nella “Casa S. Teresa” dei Religiosi Carmelitani Scalzi di
Caprarola (VT), dal 2 al 6 luglio 2013, ha avuto luogo l’annuale corso di
ESERCIZI SPIRITUALI per i membri OCDS provenienti da tutte le Fraternità del
territorio della Provincia Romana. Predicatore degli Esercizi è stato lo
spagnolo Padre Eduardo Sanz de Miguel,
un religioso OCD particolarmente qualificato per dottrina ed esperienze di
apostolato a livello internazionale, attualmente inserito nella Comunità
Edizioni OCD Via Gaspare Spontini,17 00198 Roma. P. Eduardo, considerando l’importanza del
corrente “ANNO della FEDE” ( 11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013), indetto da
Papa Benedetto in coincidenza del 50° anniversario del Concilio Vaticano II e del 20° anno dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ha
ritenuto opportuno scegliere come tema principale degli Esercizi il “CREDO APOSTOLICO”. Facendo riferimento alla lettera “Porta Fidei”, con la quale il Pontefice
ci ricorda che la fede è la porta
tramite la quale ci è consentito entrare nella Chiesa come membri della
famiglia di Dio e di introdurci alla vita di comunione con Lui, il P.
Predicatore ci ha spiegato quanto sia opportuno soffermarci a riflettere sui
contenuti che costituiscono il nostro “Fidei
Depositum”, cioè su quel deposito
della fede, posto sin dalle origini a fondamento della nostra religione. Padre Eduardo, per consentirci di
seguire con maggior attenzione e consapevolezza gli argomenti trattati, ha
donato ad ogni partecipante un numero
speciale della rivista “PREGARE”,
contenente un documentato commentario al
Credo Apostolico, scritto da lui stesso in modo approfondito, chiaro ed
accessibile a tutti. Il Rev.do Padre ha introdotto delle innovazioni nella
conduzione degli Esercizi e lo ha fatto con tanto garbo e rispetto per la
personalità di ciascuno, che ha subito conquistato la fiducia, la stima e
l’affetto di tutti i presenti, che si sono lasciati coinvolgere nell’apprendimento di nuove conoscenze,
aderendo volentieri al sano processo di crescita interiore da lui ideato. La
crisi di fede e di valori che caratterizza la società contemporanea, comporta,
per ogni credente, l’urgenza di prendere maggiormente coscienza della propria
identità e dignità umana, da porre a fondamento della propria esistenza. La Chiesa, consapevole di una tale
situazione, che porta ad ignorare la dimensione spirituale dell’uomo, come
provvida Madre della Famiglia di Dio, si preoccupa continuamente di indirizzare
i fedeli a ricercare l’essenziale e
li esorta a riscoprire le verità che sono alla base della nostra fede cristiana.
Papa Benedetto nella sua Porta Fidei,
ci ricorda che, per instaurare con gioia e rinnovato entusiasmo un rapporto personale con Dio, abbiamo
bisogno di riscoprire e riflettere sui
contenuti della fede professata, celebrata e pregata, che possiamo
ritrovare sinteticamente riassunti ed espressi nel “CREDO APOSTOLICO”. Tale
professione di fede ha origine nella Chiesa
primitiva ed è scaturita dalle domande poste ai catecumeni che si appressavano a ricevere il Battesimo, le quali inizialmente erano solo tre: 1°) Credi
in Dio Padre? 2°) Credi nel Signore Gesù Cristo? 3°) Credi nello Spirito Santo? In
seguito queste tre domande vennero arricchite e completate e si giunse così al
contenuto dell’attuale “Credo Apostolico”,
espresso in dodici frasi: il loro numero alimentò la tradizionale credenza
che attribuiva la formulazione di ognuna
di esse a ciascuno dei dodici Apostoli.
In seguito, durante il Concilio Ecumenico di Nicea (325 d. C.) prima e di quello di Costantinopoli (381 d. C.) dopo, si
giunse all’approvazione del “CREDO NICENO
COSTANTINOPOLITANO”, che viene, anche attualmente, proclamato durante le Celebrazioni
Eucaristiche e che, essendo stato formulato quando nella Chiesa non erano
ancora insorte divisioni, costituisce,
ancora oggi, la professione di fede in
comune tra cattolici, ortodossi e
protestanti e diviene una buona base
di dialogo ecumenico. Fino ad
alcuni decenni fa, la pratica della fede era molto diffusa tra i battezzati, ma
nell’odierna società consumistica, l’uomo si trova a vivere in un contesto
post-cristiano, nel quale si va gradualmente perdendo il senso dei valori che
contano e pertanto, di anno in anno, diminuisce la percentuale dei praticanti.
Tuttavia noi, da veri credenti, non dobbiamo scoraggiarci ed alla domanda di
Gesù: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la FEDE sulla terra?”
(Lc 18, 8), dobbiamo sentirci preparati a rispondere con ferma determinazione:
“Sì, ci sarà, perché io credo, farò del
tutto per alimentare la mia fede ed aiuterò anche gli altri a mantenerla viva e
professarla”. Ogni affermazione contenuta nel Credo apostolico, dovrebbe trasformarsi in un grido di sì a Dio e divenire quotidianamente oggetto della nostra
riflessione e meditazione. Il pronunciare con fede “ Credo in Dio”, deve impegnarci a penetrarne il significato: secondo
alcuni autori medioevali, la parola latina credere
deriverebbe da COR-DARE, cioè dare il cuore: la fede, infatti,
dovrebbe impegnarci a mettere il nostro cuore nelle mani di Dio, da considerare
non come un’idea astratta, ma come una
Persona che ci si rivela, ci ama e desidera entrare in comunione con ciascuno
di noi, chiamati a ricambiare il suo amore, perché da Lui scelti ”per trovarci al suo cospetto santi e
immacolati nell’amore”(Ef1,4). L’affermazione Credo in Dio Padre Onnipotente, ci
impegna a riconoscere in Dio un PADRE che
non viene mai meno, come talvolta accade ai padri terreni, al valore insito nel
termine “ paternità” che comprende anche “maternità” e si presenta come fonte che genera e da cui proviene la vita.
Nel Nuovo Testamento la parola padre rivolta
a Dio ricorre per 130 volte: Gesù lo invoca chiamandolo anche “ABBA’”, che in aramaico sta a
significare papà, paparino e ci
rivela, così, che Dio è un Padre d’amore, che ci ama con passione e tenerezza,
è sempre presente nella nostra vita e la rischiara con la sua splendida
luce. La sua Onnipotenza
viene da Lui usata non per dominare, ma per metterla a servizio del nostro
bene, poiché Egli è sempre “Divina
Provvidenza”. Se a volte, a motivo
di dolorose circostanze, così non ci sembra, è perché “i suoi pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le
nostre vie”. Dobbiamo sempre nutrire la certezza che Dio, ricco di bontà e
misericordia, sa scrivere diritto sulle
righe storte, cioè sa trarre il
bene anche dal male, che mai avrà l’ultima parola nella nostra storia.
Riconoscere in Dio il Creatore del cielo e della terra, ci
impegna a credere che il mondo non trae origine dalla casualità, ma dalla libera volontà di Dio che, per amore, ha
voluto rendere le creature partecipi “al
suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà” (Catechismo Chiesa
Cattolica, 295). La preghiera del Credo è un vero e proprio inno di lode e
di piena adesione al Mistero della SS. Trinità, poiché manifesta la fede
nella tre divine Persone, evidenziando le peculiarità di ciascuna di esse. All’atto di fede nel Padre, segue quello
verso il Figlio: “Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore”. Gesù è
il Dio che salva, è il Cristo, il Consacrato per eccellenza, inviato da
Dio sulla terra per portare libertà e salvezza a tutti gli uomini, è la buona
notizia, il Vangelo vivente disceso
tra noi per riscattarci, donarci la figliolanza divina e rivelarci l’ amore fedele del Padre. Chiamando Gesù nostro” Signore”, riconosciamo in Lui le stesse prerogative di Dio Padre,
in potenza, onore e gloria: Egli è il “Signore”,
l’Adonai che ispira fiducia e
obbedienza, è il Dio con noi, è il
“VERBO” fatto carne nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito
Santo. E’ Colui che ci ha parlato, ha compiuto prodigi e ci ha amato a tal
punto, da immolarsi per noi sulla Croce: “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso,
morì e fu sepolto, discese agli inferi”. Gesù è il Dio che subisce il male, ma non si lascia vincere da esso,
poiché Egli è il vero Bene, che
sconfigge sofferenza e morte, infatti: “Il
terzo giorno risuscitò dai morti, salì al cielo e siede alla destra di Dio
Padre”. Il
nostro dire “Credo nello Spirito Santo”, ci conferma nella verità che tra
il Padre e il Figlio intercorre un
amore così grande, che genera lo Spirito
Santo, terza Persona della SS. Trinità, eternamente presente con la sua Grazia nell’intero universo. Egli ha
parlato per mezzo dei Profeti, è
intervenuto nell’Incarnazione del Verbo
e con i suoi doni agisce in modo costante nelle anime, per generarle alla vita eterna. E’ sempre per l’azione
dello Spirito Santo che possiamo proclamare: “Credo la Santa Chiesa
Cattolica”, con la parola “Chiesa”, si intende il Popolo di Dio convocato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Nella Chiesa dobbiamo sentirci
tutti uniti nell’amore e, come il Padre e il Figlio nel loro reciproco dono
generano lo Spirito Santo, così anche noi, facendoci “dono” gli uni per gli
altri, possiamo veramente dar vita ad una ”Comunità”
caratterizzata da “un cuore solo e
un’anima sola” (At 4, 32). Credere
nella Chiesa tempio dello Spirito Santo, deve
significare per ciascuno di noi “sentirsi
Chiesa”, vale a dire membro del Corpo
mistico, di cui Cristo è il ” Capo” e la B. V. Maria è “ Madre”.
Attraverso i “ministeri”, nati nel corso del 1° secolo d. C. per favorire
lo svolgimento della missione, la Chiesa educa i fedeli alla preghiera
personale e liturgica, a vivere la comunione
dei Santi e li prepara a credere nella risurrezione
dei morti e nella vita eterna,
secondo la promessa di Gesù: “Chi crede
in me, anche se muore, vivrà”. Durante lo svolgimento delle sue conferenze,
il Rev.mo P. Eduardo, per aiutarci nella comprensione e dare concretezza di
vita agli argomenti trattati, ha fatto spesso riferimento all’esperienza ed
agli scritti dei nostri maggiori Santi Carmelitani, come S. Teresa di Gesù, San
Giovanni della Croce, S. Teresa di Lisieux.
L’approfondimento delle verità contenute nel “Credo”, ha reso più salda
la nostra fede, ci ha fatto scoprire la bellezza dell’incontro con il “Dio
Vivente” e ci ha fatto sentire di aver trovato il nostro posto nella Chiesa,
come avvenne a S. Teresina: “ Ho trovato
il mio posto nella Chiesa! Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l’amore e
sarò tutto”. Un vivo ringraziamento va al nostro bravissimo P. Predicatore,
per le sue parole e per la sua competenza e creatività nel presiedere le
Celebrazioni Eucaristiche e le ore di preghiera e di adorazione, seguite da tutti con tanto fervore, piena
partecipazione ed intensa commozione.
Come ci viene ricordato da Papa Francesco nella sua recente enciclica Lumen fidei, abbiamo capito che “La fede è un dono gratuito di Dio che
chiede l’umiltà e il coraggio di fidarsi e affidarsi” (n°14) e che, oltre
alla preghiera, essa richiede opere di amore: ”Le mani della fede si alzano verso il cielo, ma lo fanno mentre
edificano, nella carità, una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio
è il fondamento” (n°51). Per i tanti benefici ricevuti nel corso degli
Esercizi, eleviamo un inno di lode, onore e gloria alla SS. Trinità.
Caprarola, 28/07/ 2013
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